1. Questioni di termini: valutazione e feedback
Nella tradizione pedagogica e didattica italiana è in uso da molti anni una definizione condivisa che rappresenta anche un approccio metodologico all’insegnamento: si tratta della distinzione della VALUTAZIONE in formativa e sommativa.
Un bel passo in avanti della teoria dell’istruzione rispetto all’idea del voto come strumento di selezione, la valutazione formativa si riferisce a qualsiasi attività utilizzata come valutazione del progresso dell’apprendimento prima o durante il processo di apprendimento stesso ed ha contribuito, insieme ai progressi delle neuroscienze e della neuro didattica, ad approfondire il meraviglioso processo che lega l’insegnamento all’apprendimento, l’insegnante ai suoi alunni.
Negli ultimi anni il termine FEEDBACK si presta a sostituire ed implementare questo concetto: secondo l’evidence based education il feedback è uno dei fattori più influenti sull’apprendimento e sui risultati;
è necessario però che l’insegnante abbia una buona comprensione di quali sono gli obiettivi del processo, a che punto si trovano gli alunni, quali strategie stanno mettendo in atto e dove ci sono margini di miglioramento e che condivida tutto questo con gli alunni, rendendoli protagonisti del loro apprendimento.
2. Per cominciare: feedback sul compito
Non è facile cambiare il proprio modo di lavorare ma un consiglio sempre utile è quello di farlo a piccoli passi: l’efficacia dimostrata dell’uso didattico del feedback è una motivazione sufficiente per iniziare!
Un primo livello sul quale un docente può avviare questo percorso è quello centrato sul compito.
Il presupposto naturalmente è che la consegna che l’insegnante fornisce sia chiara, operativa e centrata sul prodotto atteso; alcune ricerche dimostrano come gli studenti spesso affermino di non comprendere i criteri di valutazione con i quali ottengono i loro voti oppure di non capire cosa si attende il docente dalla loro prova; semplici aiuti verbali da utilizzare possono essere:
- La risposta è giusta /sbagliata?
- Come può essere arricchita?
- In quale parte del compito ti sei sentito più sicuro/insicuro?
- Quali risposte hai fatto bene/dove hai sbagliato?
- Come hai usato il tempo a disposizione?
- Cosa manca perché il compito si ritenga adeguato?
3. Feedback sull’elaborazione
Un livello più profondo di feedback riguarda i processi e le strategie che lo studente diventa consapevole di attivare durante tutta la fase di preparazione e svolgimento del compito.
Anche in questo caso è fondamentale che tali processi siano oggetto di esplicitazioni, esemplificazioni durante la normale attività didattica:
come si collegano le idee, come si individuano le parole essenziali, i concetti più importanti o la gerarchia tra informazioni, quali sono le procedure standard da applicare.
Una attività importante a questo proposito è la correzione collettiva dell’errore, la condivisione e l’osservazione degli stati emotivi durante lo svolgimento delle attività per averne consapevolezza ed imparare a gestirli, le osservazioni sui dispositivi paratestuali o sugli organizzatori grafici che possono essere di aiuto nella memorizzazione (per esempio: mappe, riassunti, schemi o auto registrazione?)
- Quale era la risposta giusta? Dove la dovevo cercare?
- Cosa ho sbagliato e perché?
- Che strategie ho usato? Come ho memorizzato? Ho ripassato?
- Quali sono i concetti che ho capito bene e dove invece ho bisogno di ritornare ?
- Come ho selezionato/memorizzato/schematizzato le informazioni e scelto il linguaggio?
- Ho capito bene la consegna?
- Che cosa mi ha permesso/impedito di portare a termine con successo il compito?
4. Feedback sulla capacità di autoregolazione
Infine l’obiettivo più interessante per gli alunni è quello di sviluppare capacità di automonitoraggio e autoregolazione, diventando così maggiormente autonomi e stabili nel gestire il proprio approccio all’apprendimento. In questa dimensione il senso stesso della valutazione, del voto, della lode diventano una questione di autoconsapevolezza, consolidamento del Sé e capacità di guardare al futuro ponendosi nuovi obiettivi.
Gli aiuti verbali possono essere:
- Ho gestito correttamente il tempo a disposizione?
- Sono stato attento nel modo adeguato?
- Come sono state le fasi di preparazione del compito?
- Come ho elaborato/memorizzato/spiegato le informazioni?
- In cosa posso migliorare?
- Che cosa è stato fatto in modo ottimale?
Un ultimo consiglio, molto semplice e pratico: provate a partire con l’autovalutazione dopo una interrogazione, si aprirà un mondo di opportunità da cui partire per introdurre un nuovo modo di rapportarsi con gli studenti