NON SOLO MAPPE

Sostenere lo sviluppo della comprensione e del metodo di studio è una questione delicata: non esiste una strategia valida per tutti allo stesso modo e le sole mappe non sono uno strumento sempre adatto a tutte le difficoltà o fragilità nell’apprendimento.

LA QUESTIONE

Il temine MAPPA è comparso ormai da una quindicina di anni nei corsi di didattica, nei testi scolastici e soprattutto nella normativa di riferimento che affronta la tematica DSA / BES; Nella riflessione di oggi vorrei fare il punto su diverse questioni: che cosa sono le mappe, di che tipo possono essere, quando e come l’ uso di mappe può risultare efficace e infine proporre l’ uso del termine organizzatori grafici come concetto maggiormente inclusivo e rispettoso degli stili di studio, comprensione e memorizzazione di ciascuno.

COSA SONO?

Si inizia a parlare ufficialmente di mappe concettuali a partire dagli anni ‘70 grazie al lavoro di Novak, il quale le utilizzò come strumento per documentare ciò che i bambini conoscevano in un determinato campo prima e dopo il processo di insegnamento. Oggi sono usate in contesti informativi e organizzativi molto diversi, in tutti gli ambiti lavorativi, come modalità di rappresentazione di concetti e fenomeni e come efficaci strumenti di comunicazione multimediale (infografiche) .

La teoria sottostante all’ utilizzo delle mappe concettuali è quella dell’ apprendimento significativo di Ausubel, che ci ha insegnato come sia importante integrare le nuove informazioni a disposizione del soggetto con altre conoscenze già acquisite, per ottimizzare l’ arricchimento degli schemi mentali o la loro eventuale ristrutturazione. Generalmente le mappe mentali di questo tipo hanno una disposizione grafica degli elementi in senso orizzontale dall’ alto verso il basso ed è collegata da legami grafici che esplicitano alcune relazioni logiche; organizza inoltre le informazioni in senso gerarchico dal generale allo specifico; utilizza un linguaggio semplice e i connettivi logici o temporali sono integrati da forme grafiche come frecce o linee.

Questo aspetto di organizzazione gerarchica dell’ argomento/tema/concetto permette a chi la costruisce e la utilizza, quindi generalmente a chi sta studiando , di organizzare ed implementare le abilità cognitivo ed astratto ; sostiene inoltre l’ uso corretto di un linguaggio sintetico , chiaro e pertinente, coerente con gli ambiti lessicali specifici .

 

Il modello teorico delle mappe concettuali viene spesso contrapposto a quello delle mappe mentali di Buzan che risale agli anni ‘90. Queste ultime partono da un concetto rappresentato graficamente in posizione centrale dal quale si diramano altri concetti con un collegamento grafico radiale, secondo una logica di tipo associativo, spesso utilizzando simboli , icone e colori che sono selezionati e disegnate dal soggetto che sta elaborando la mappa e che quindi fungono da elementi di sostegno della memorizzazione. La funzione della mappa mentale è eccellente nei momenti di brainstorming, nei lavori di gruppo, per raccogliere le idee intorno ad un argomento nella fase iniziale di una lezione, per rielaborare o approfondire esperienze personali.

Un limite potrebbe essere dato dalla validità soggettiva e temporale e dal rischio che diventi troppo complessa per poterne fare poi una sintesi.

Secondo gli studi della Evidence Based Education che prende avvio dagli inizi degli anni 2000 l’uso delle mappe come strumento per la rappresentazione grafica dei contenuti del processo di insegnamento ed apprendimento è in ogni caso uno strumento con un alto potenziale di efficacia: lo studente deve innanzitutto sforzarsi dal punto di vista cognitivo per chiarire e riordinare i concetti, le relazioni e la struttura dell’ argomento e quindi deve attivare processi di metacognizione; l’impiego delle mappe concettuali risulta ottimale per la memorizzazione ed il trasferimento delle conoscenze e l’ organizzazione della fase di output delle informazioni elaborate, favorendo la conquista di modalità consapevoli di costruzione delle informazioni in uscita.

Il percorso per imparare ad utilizzare correttamente le mappe può considerarsi una costruzione collettiva che può essere attivata dall’insegnante con l’ alunno o dagli alunni tra di loro: ciò che è importante sottolineare è che le modalità di costruzione di una mappa devono essere insegnate.

Proprio a questo proposito vorrei sottolineare che prima di proporre l’ utilizzo delle mappe è necessario aver compreso a fondo quali sono le strategie e le modalità di elaborazione delle informazioni che ogni singolo studente è capace di compiere , la sua competenza lessicale e le sue disponibilità in termini di abilità visuospaziali.

È importante infatti nel caso in cui sia utile e necessario avviare lo studente all’ utilizzo delle mappe come strategia compensativa di supporto al metodo di studio, verificare anche a livello di relazione diagnostica la descrizione delle abilità specifiche: lo studente che presenti fragilità a livello di abilità visuospaziali (se non un vero e proprio) non potrà trarre nessun giovamento dall’ utilizzo delle mappe ma avrà bisogno di lavorare con altre forme di organizzazione gerarchica delle conoscenze.

Prima di sviluppare una competenza stabile di utilizzo delle mappe potrebbe essere necessario passare attraverso altre modalità di accesso al testo e alla comprensione: vanno infatti rivalutati metodi come:

 

  • il riassunto (molto adatto per chi ha fragilità di organizzazione del linguaggioverbale scritto e/o orale),
  • lo schema tratto dal testo ( importante per riconoscere la gerarchia delleinformazioni, allenare analisi e sintesi, sostenere il ragionamento),
  • l’utilizzo di supporti alla memorizzazione, come le flash cards,
  • la capacità di utilizzare gli ausili paratestuali offerti dai libri di testo,
  • la sensibilizzazione alle parole chiave per specializzare ed implementare ilbagaglio lessicale.

 

E’ per questo che da diverso tempo suggerisco l’ utilizzo della definizione organizzatori grafici, che proviene dalla letteratura anglosassone, e soprattutto si presta ad essere integrato con il complesso mondo delle tecnologie compensative e dell’ uso dei libri di testo in formato digitale.

Il temine MAPPA è comparso ormai da una quindicina di anni nei corsi di didattica, nei testi scolastici e soprattutto nella normativa di riferimento che affronta la tematica DSA / BES; Nella riflessione di oggi vorrei fare il punto su diverse questioni: che cosa sono le mappe, di che tipo possono essere, quando e come l’ uso di mappe può risultare efficace e infine proporre l’ uso del termine organizzatori grafici come concetto maggiormente inclusivo e rispettoso degli stili di studio, comprensione e memorizzazione di ciascuno.

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