FEBBRAIO TEMPO DI PAGELLE!!

Che fare se la scuola segnala difficoltà per i bambini dei primi anni della primaria?

Febbraio tempo di pagelle e mai come quest’anno si leggono pareri, più o meno referenziati, circa il carico di lavoro dei bambini e dei ragazzi rispetto agli impegni scolastici…ben lontana da tuffarmi in una discussione che sembra fatta più per confermare le proprie opinioni che per aprire un approfondimento basato su evidenze scientifiche, sto pensando alla gran quantità di famiglie (numero altissimo rispetto agli altri stati europei) che riceve con la pagella la segnalazione da parte della scuola di fragilità e difficoltà di apprendimento.

Sottolineo che difficoltà o fragilità non significa necessariamente disturbo clinicamente significativo e questo è importante per i bambini e i loro genitori!

Da quando è in vigore la L.170/2010 sui DSA, e Linee Guida forniscono indicazioni precise agli insegnanti e alle scuole primarie in merito alla segnalazione di fragilità e all’avvio di percorsi di recupero per gli alunni.

La scuola primaria è tenuta a:

Somministrare screening standardizzati per la dislessia, la disgrafia e la discalculia a tutti gli alunni in entrata e in seconda classe.

Effettuare osservazioni sistematiche degli alunni in classe, con particolare attenzione a quelli che mostrano difficoltà in lettura, scrittura o calcolo.

Coinvolgere i genitori in un colloquio per discutere i risultati degli screening e delle osservazioni e per raccogliere informazioni sulle difficoltà dell’alunno.

Attivare interventi di recupero individualizzati in orario scolastico, in orario extrascolastico o con il supporto di enti esterni.

Avviare la proposta di strategie e strumenti per compensare le fragilità potenziare e valorizzare  le abilità possedute.

Nel caso di relazioni dettagliate e formali che evidenzino la presenza di un disturbo specifico (percorso diagnostico che dura parecchi mesi) attivare un Piano Didattico Personalizzato.

In attesa che tutti l’iter si sviluppi però non possiamo perdere di vista alcuni aspetti FONDAMENTALI:

  • se la segnalazione è, fortunatamente, precoce, NON BISOGNA PERDERE TEMPO ed avviare delle attività di training mirato e personalizzato. Troppo poco si sottolinea che la definizione di training indica un lavoro che il bambino deve fare con l’aiuto di specialisti ma spesso con il coinvolgimento anche quotidiano dei familiari.
    La riabilitazione neuropsicologica è una questione di allenamento, costanza e fatica del bambino e di chi lo monitora. Altrimenti l’efficacia è relativa.

 

  • Questa precisazione è più che sufficiente per accrescere l’ansia dei genitori che per la prima volta si trovano ad affrontare questa esperienza: l’impatto emotivo è importante, riguarda molte aspettative dei genitori sullo stato di benessere e salute del proprio bambino, sensibilizza al giudizio sociale, attiva sensi di colpa o induce a cercare troppo rapidamente responsabilità ad un evento che cambia gli equilibri della famiglia

 

  • E IL BAMBINO? Immaginate di sentire su di voi lo sguardo vigile e attendo dei docenti, la chiamata a rapidi consulti o faticosi test, l’attesa preoccupata dei genitori, l’ansia personale per il confronto con i compagni ed il senso di frustrazione nel rendersi conto di sbagliare spesso…..
Below angle of happy teens showing thumbs up

QUALE CONSIGLIO?

NON esiste una scorciatoia che alleggerisca la fatica ed anche la sofferenza di chi affronta per la prima volta questi eventi.

È importante cercare e costruire la collaborazione tra scuola, famiglia e servizi che si occupano dell’approfondimento.

Ci saranno dei cambiamenti e sono inevitabili, se si vuole affrontare la situazione, e le varie componenti avranno bisogno di attenzione, cura e comprensione

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